Si tratta di un ingrottamento all’interno di una grande depressione dovuta presumibilmente al crollo della volta di un più grosso ingrottamento (uno degli innumerevoli) sviluppatesi nel corso dell’eruzione del 1991/3. Questa grotta è piuttosto interessante per la sua morfologia, nonostante uno sviluppo non particolarmente rilevante. Vi si accede facilmente da due ingressi, posizionati in direzione sud/NE. L’ingresso più facile, quello posto a nordest, fa accedere a un canale lavico caratterizzato da due rotoloni lavici coperti da una moltitudine di scaglie che al passaggio ricordano cocci rotti. Da qui il nome provvisoriamente attribuito.
Dopo circa 15 metri di apre una stanza molto larga e abbastanza alta (3/4 metri in media). A sinistra vi è una grande apertura di crollo, a destra si accede attraverso una piccola  rampa a una biforcazione che consente la visita a 2 canali, però piuttosto bassi e che non sembrano offrire ulteriore sviluppo dopo pochi metri. Presenti pochi fenomeni di rifusione, mentre sul pavimento vi sono interessanti fenomeni di “blisters” (bolle di lava) ben evidenti.

Un altro troncone di grotta si trova in direzione Nord, a circa 25 metri di distanza e si sviluppa per una quindicina di metri.
Data la posizione abbastanza vicina dalla traccia di passaggio che porta al sentiero 727 (Serra del Salifizio – Acqua Rocca degli Zappini) si ritiene che l’ipogeo in questione possa essere conosciuto, ma poco noto, comunque non risulterebbe censito o catastato. Qualora lo fosse si invita a eventuali segnalazioni. In ogni caso la grotta si ritiene possa essere di grande interesse per chi percorre la traccia in questione prima di risalire al canalone dei Faggi.